Compiti e didattica a distanza risponde la dottoressa Vigliotti
I compiti ai tempi del COVID-19 e della didattica a distanza: alcuni consigli pratici per la gestione ottimale.
Per portare a termine l’anno scolastico inaspettatamente interrotto, il MIUR ha decretato la Didattica a distanza. Ecco alcuni consigli della Dottoressa Maria Stella Vigliotti, collaboratrice libero professionale convenzionata con DIStraNOI aps, dottoressa in neuroscienze cognitive e tutor dell’apprendimento.
Siamo abituati ad una vita scandita da ritmi pregnanti e frenetici che richiedono una pianificazione accurata delle ore che scorrono veloci tra i nostri numerosi impegni, ed è così che abbiamo trovato un equilibrio organizzativo tale da contemplare anche la gestione dei piccoli e delle loro necessità ricreative, sportive, ma soprattutto scolastiche. Senza alcun preavviso tutto ciò è completamente mutato ritrovandoci tutti a vivere giornate vuote, sperimentando la noia e la monotonia, ben lontane dalla nostra quotidianità.
Questo radicale cambiamento ha avuto dei risvolti importanti sul nostro stato emotivo e la gestione di giornate nuove e diverse ma non del tutto piacevoli, è stata resa ancora più complessa di fronte alla richiesta di gestire una forma del tutto nuova di didattica.
Noia, difficoltà organizzative, attenzione carente, nuovi argomenti, materiali digitali, l’assenza e la riduzione di relazioni sociali e di un confronto con i compagni e con gli insegnanti, ma soprattutto l’assenza di un controllo e di un feedback quotidiano da parte dei docenti rappresentano alcune delle difficoltà cui sono incorsi i nostri studenti piccoli e grandi, amplificando le difficoltà soprattutto dei più fragili.
Mi sono giunte molte domande da parte dei genitori, molti dei quali hanno evidenziato difficoltà nella gestione organizzativa dei compiti rilevando un’incapacità da parte dei piccoli nella strutturazione di un tempo tarato prettamente per i compiti, cogliendo un importante calo attentivo che in particolare mina l’autonomia nello studio raggiunta talvolta con molta fatica.
In tale contesto la domanda che mi viene più spesso posta è ‘’come posso motivare mio figlio?’’.
La motivazione per lo studio e il valore personale che questo assume rappresentano degli aspetti indispensabili che non è possibile trascurare se si intende far sì che uno studente raggiunga un’autonomia tale da consentirgli una piena e serena gestione dello studio e della carriera scolastica, tuttavia, qui si intende dare qualche input pratico che si rilevi utile nella gestione dei compiti in questa situazione in cui il tempo sembra vuoto, senza approfondire ulteriori aspetti.
Alcuni consigli pratici per gestire serenamente i compiti in questo periodo di quarantena:
Scandire una routine: Il nostro sistema cognitivo è economico, questo significa che il cervello preferisce le attività che richiedono meno risorse cognitive automatizzando quelle possibili (si pensi alla guida dell’automobile che nel tempo diviene automatica, sarebbe molto stancante se dovessimo guidare per sempre in una condizione di allerta che ci consente di cogliere qualsiasi stimolo e qualsiasi azione, esattamente come i primi giorni in cui ci siamo messi alla guida). E’ per questo motivo che tutti, sia piccoli che grandi, siamo esseri abitudinari, le abitudini non richiedono uno sforzo eccessivo mentre i cambiamenti soprattutto se radicali e veloci necessitano di molte risorse affinchè vengano fronteggiati.
Un modo per evitare di incorrere in uno stress eccessivo e consentire quindi un approccio allo studio più sereno è proprio quello di creare una routine scandita da orari e attività annesse. A tal proposito l’adulto può invitare i piccoli a costruire insieme un simpatico planning che indichi le attività della giornata inserendo del tempo dedicato allo studio.
Favorire la motivazione e l’attenzione: Sarà capitato a tutti di avere richieste corpose da parte del proprio datore di lavoro o dei colleghi, proviamo a ricordare cosa abbiamo provato in quel momento. La sola idea di dover affrontare un lavoro lungo e noioso sembrava non farci iniziare mai! Il nostro sistema cognitivo funziona esattamente così, è intelligente al punto tale da far sì che si evitino attività che richiedono uno sforzo eccessivo, talvolta attua dei meccanismi di difesa tali da farci dimenticare commissioni o impegni particolarmente gravosi.
Una strategia utile per far sì che la richiesta dei compiti non diventi gravosa per i piccoli è quello di invitare al lavoro strutturandolo in piccolo obiettivi, ciascuno seguito da un premio che egli stesso può scegliere e che va concordato esplicitamente con il genitore. A tal proposito si consiglia di creare una sezione premi nel planning affinchè questo diventi un motivatore rilevante ed esplicito durante lo studio.
E’ altresì fondamentale che il tempo di studio venga gestito distinguendo pause brevi e ricorrenti, ciò è particolarmente utile per favorire l’attenzione sostenuta che tende ad essere carente dopo un certo periodo, ma anche l’attenzione selettiva in quanto la noia e la stanchezza fanno sì che qualsiasi stimolo esterno diventi rilevante per il nostro sistema cognitivo che se sovraccaricato non è pienamente in grado di selezionare gli stimoli realmente rilevanti per la nostra attività e quelli che invece non sono utili.
Quando nostro figlio durante i compiti si distrae continuamente siamo abituati a rimproverarlo e sottolineare che non è questo il modo corretto di studiare. Tuttavia, questo atteggiamento non è quello ottimale in quanto nel piccolo cala ulteriormente la motivazione e di certo non aumenta la concentrazione! E’ invece utile invitarlo con calma ad una piccola pausa magari rimpiendo quel tempo con una breve attività condivisa.
Un altro aspetto utile è quello di organizzare il lavoro partendo dalle attività piacevoli e meno gravose, solo dopo aver acquisito una certa costanza e serenità nello studio è possibile dedicarsi alle attività più difficili e noiose.
Adottare strategie efficaci: Sebbene venga proposta una didattica univoca è necessario tenere presente che ciascuno ha uno stile di apprendimento completamente diverso, che privilegia canali di elaborazione distinti ed è caratterizzato da punti di forza e punti di debolezza. In generale, ma ora più che mai, è fondamentale proporre gli argomenti di studio adattando quel materiale allo specifico stile di apprendimento dello studente, che consolidi i punti di forza piuttosto che richiedere uno sforzo a quei canali di apprendiemnto che non si prediligono. Se lo studente non ha ancora acquisito un metodo di studio efficace e non si è raggiunta ancora una maturità e una consapevolezza metacognitiva tale da consentirne una gestione autonoma è possibile proporre il materiale di studio in forme diverse (videolezione animata, mappe concettuali o mentali, schemi, materiale mnemonico in cui vi siano evidenziate possibili associazioni, materiale in forma visiva, verbale o pratica ecc) e cogliere un feedback attraverso le attività pratiche in modo tale da proporre in futuro il materiale in quella specifica modalità.
Organizzare l’ambiente esterno: L’ambiente esterno in cui si lavora rappresenta un aspetto rilevante che impatta sulle nostre prestazioni. Un ambiente che si presenti ordinato, piacevole e colorato alimenta la motivazione e la serenità che favoriscono la concentrazione e l’attenzione indispensabili nello studio. Laddove è possibile, creare un piccolo spazio intimo e personale del piccolo che non venga invaso da rumori, persone, oggetti altrui è un ottimo modo per trasmettere a quest’ultimo l’idea che si rispetti e si proteggano i suoi bisogni, ciò lo mette in una condizione positiva tale da favorire l’apprendimento.
Naturalmente per tutelare la sicurezza dei bambini, il momento del collegamento alla classe virtuale dovrà avvenire sotto la supervisione di un adulto. (vedi l’articolo: DAD? È pur sempre rete)
Nel salutarvi vi ricordo che il termine ‘’crisi’’ deriva dal greco ‘’krisis’’ che significa scelta, decisione. Ogni momento di crisi sebbene richieda una grande sforzo è soprattutto un momento di cambiamento da cui possiamo cogliere nuove forme di pensiero annullando le nostre certezze, talvolta sterili, scoprendo nuovi orizzonti. Proviamo insieme a cogliere in questa nuova forma di didattica i vantaggi e gli aspetti positivi affinchè divengano modalità da acquisire e consolidare per la crescita dei nostri piccoli.
Dott.ssa Maria Stella Vigliotti
Dr.ssa Mag.le in Psicologia e Neuroscienze Cognitive
Tecnico dell’apprendimento specializzato in DSA BES AUTISMO