Didattica a Distanza … e’ pur sempre rete! Cuffie si o cuffie no?
L’associazione sta ricevendo notizie che ci sono scuole che chiedono (impongono?) l’uso delle cuffie nei collegamenti durante le lezioni affinchè i piccoli alunni non si distraggano. Come associazione vogliamo ricordare che l’uso della rete è potenzialmente pericoloso e che i bambini non sono in grado (anche se perfettamente istruiti e non tutti lo sono) di adottare tutte le misure precauzionali, di analisi critica e di disconnessione in caso di dubbio.
E’ opportuno che i genitori abbiano la possibilità di controllare cosa sta succedendo tra il figlio e il pc (non sto dicendo che si debba controllare l’insegnante) Uno stralcio di una sentenza del Tribunale di Catalnissetta dell’ottobre 2019 e uno della comunicazione da parte del Garante della Privacy al Ministro Azzolina, ci ricordano i nostri doveri di genitori (nonchè i diritti dei nostri figli).
Tribunale di Caltanissetta, sentenza 8 ottobre 2019
I pericoli ai quali il minore è esposto nell’uso della rete telematica rendono quindi necessaria una tutela degli stessi, indipendentemente poi dalle competenze digitali da loro maturate; è bene porre in evidenza che gli obblighi inerenti la responsabilità genitoriale impongono non solo il dovere di impartire al minore una adeguata educazione all’utilizzo dei mezzi di comunicazione ma anche di compiere un’attività vigilanza sul minore per quanto concerne il suddetto utilizzo; l’educazione si pone, infatti, in funzione strumentale rispetto alla tutela dei minori al fine di prevenire che questi ultimi siano vittime dell’abuso di internet da parte di terzi
– Provvedimento del 26 marzo 2020 – “Didattica a distanza: prime indicazioni”
– Nota istituzionale del Presidente del Garante, Antonello Soro, alla Signora Ministro dell’Istruzione, al Signor Ministro dell’Università e della ricerca e alla Signora Ministro per le pari opportunità e la famiglia in tema di didattica a distanza “il contesto emergenziale in cui versa il Paese ha imposto alle istituzioni scolastiche e universitarie, nonché alle famiglie stesse, l’esigenza di proseguire l’attività didattica con modalità innovative, ricorrendo alle innumerevoli risorse offerte dalle nuove tecnologie. È una soluzione estremamente importante per garantire la continuità didattica”.
E tuttavia, ha sottolineato Soro, “le straordinarie potenzialità del digitale – rivelatesi soprattutto in questo frangente indispensabili per consentire l’esercizio di diritti e libertà con modalità e forme nuove – non devono indurci a sottovalutare anche i rischi, suscettibili di derivare dal ricorso a un uso scorretto o poco consapevole degli strumenti telematici, spesso dovuto anche alla loro oggettiva complessità di funzionamento”. “Considerando che, spesso, per i minori che accedono a tali piattaforme si tratta delle prime esperienze (se non addirittura della prima) di utilizzo di simili spazi virtuali, è evidente come anche quest’attività vada svolta con la dovuta consapevolezza, anche sulla base delle indicazioni fornite a livello centrale”.
Si, lo sappiamo, chi ci legge, almeno alcuni, stanno pensando alla massima fiducia riposta nei figli o nei loro docenti, una fiducia che rende quasi inappropriata la nostra riflessione sulla necessità imperativa di controllare i minori in rete. Proviamo allora a fare un esempio che ci riconduca alla vita offline
pensiamo ad un bravissimo cittadino, rispettoso delle regole della srada, un pedone che cammina sul marciapiedi ed attraversa sulle strisce allo scattare del verde per la sua parte. Non gli può succedere nulla di male, sembrerebbe…. peccato che ci sia il distratto che passa col rosso o il criminale che falcia i pedoni sul marciapiedi per i motivi più vari- Il pedone ha sì rispettato le regole, ma si fa molto male, non per causa sua. Il male che può venire dalla rete può essere devastante, addirittura peggiore di quello che viene da problemi nella vita reale. E’ insidioso, è furbo, è accattivante. Bisogna sorvegliare.. Non i prof, non i nostri figli (anche se a volte fanno cose che non ci aspetteremmo mai).